Alla fine optai per l’Università di Milano anche se inizialmente avrei preferito Padova perché la facoltà aveva una tradizione maggiore.
Milano però mi consentiva di tornare più rapidamente a Cremona per gli allenamenti e le partite di basket.
La vita universitaria all’inizio l’ho trovata difficile da sostenere. Ero abituato alla vita di una città più piccola. L’università ti richiedeva una capacità di autorganizzazione che avevo solo in parte e Milano in inverno mi sembrava grigia e i suoi abitanti freddi e distaccati. Alcune materie mi interessavano moltissimo, altre le trovavo inutili e pesantissime e faticavo a trovare una logica e una coerenza negli studi di teorie che molte volte mi sembravano addirittura contrapporsi.
Nel corso degli anni universitari ho sicuramente amato di più la città e ho sicuramente capito che avrei voluto fare clinica ma dopo la laurea ancora non avevo un filone preciso da seguire e faticavo a rispecchiarmi anche negli autori più famosi che ci venivano proposti.